sabato 15 luglio 2017

Confessioni di una maschera #0

Ed ecco giunto il momento fatidico, quello del mio cinquantesimo compleanno. Nascevo alle tre del pomeriggio del 15 luglio del remoto 1967, in un ospedale dell'hinterland milanese, esattamente all'ora in cui ho deciso di programmare la pubblicazione di questo post.
Mentre queste righe divengono pubbliche io mi trovo nell'assolata Santorini, primo giorno e prima tappa delle mie agognate vacanze greche. Seguiranno a breve altre due destinazioni, le isole di Ios e di Naxos, poi di nuovo un ultimo giorno a Santorini da dove mi imbarcherò per far rotta verso casa. Ma per quello c'è tempo, lasciatemi prima gustare queste promettenti due settimane di mare, visto che non tocco un granello di sabbia da tre anni. Che dite? Niente male il modo che ho scelto per esorcizzare il mezzo secolo, no?

martedì 11 luglio 2017

Non si deve profanare...

Molte cose non si dovrebbero profanare. Una di queste, molto semplicemente, è quella vecchia regola non scritta che fin dal giorno della sua nascita questo blog si è auto-dettato: la regola di non recensire cagate.
Vi state forse chiedendo come sia possibile mantenere fede a quella vecchia promessa e allo stesso tempo uscire con un'immagine come quella che ho postato qui a sinistra? La risposta è molto semplice: non tutte le cagate sono uguali, ci sono quelle attraverso le quali è possibile raccontare una storia e quelle fini a se stesse e che è meglio lasciar perdere.
Non c'è contraddizione, quindi, nel presentare oggi la recensione di un vecchio film che, solo apparentemente, appartiene alla seconda categoria. D'altra parte non sarebbe nemmeno la prima volta... nel senso che non sarebbe la prima volta che il sottoscritto riesce portare a casa una partita che pare persa in partenza.
Questo è uno di quei titoli, per inciso, che avrebbe potuto fare la sua porca figura su quel vecchio e defunto blog su cui scribacchiavo un tempo (ecco, quello sì che era un blog dove si alternavano cag.. ehm... recensioni di tutti i tipi), ma sono certo che alla fine non finirà per sfigurare nemmeno qui.

venerdì 7 luglio 2017

Traditi dalla fretta #3

Sono trascorsi già due mesi dall'ultima volta che questa rubrica è apparsa qui sul blog. Due mesi che, non lo nascondo, sono stati piuttosto impegnativi per via di faccende che nulla hanno a che fare con il blog.
Se da una parte gli impegni lavorativi si sono ulteriormente moltiplicati, talvolta spingendomi lontano da casa in trasferte totalmente prive di senso, dall'altra c'è l'avvicinarsi inesorabile del mio compleanno che, quest'anno più che mai, mi getta nella depressione più nera.
I numeri tondi fanno sempre impressione. Me ne hanno fatta sin dal primo compleanno in doppia cifra, quel giorno ormai remoto in cui per la prima volta in vita mia realizzai che il tempo stava passando. E stavo compiendo solamente dieci anni. Non ho un ricordo ben preciso dei miei vent'anni, ma credo non sia andata così male. Più tragici furono i miei trenta, giunti in un momento della mia vita in cui per puro miracolo non stava finendo tutto nel cesso. L'arrivo degli "anta" mi colse più o meno alla sprovvista, ammortizzato da un contorno decisamente molto più promettente. Oggi altri dieci anni sono passati, e l'idea di dover tirare altre somme mi inquieta e non mi lascia dormire la notte.
Quale miglior momento quindi per spezzare questa angoscia e uscire con una nuova puntata di "Traditi dalla fretta"? A beneficio di coloro che non sanno ancora di cosa si tratta, posso semplificare il tutto dicendo che questa rubrica è una sorta di nodo al fazzoletto digitale, nella pratica la macchina del tempo che spero mi aiuti a recuperare il tempo perduto. L'idea di base l'ho ampiamente descritta nel "numero zero" introduttivo, mente la sua intelaiatura l'ho illustrata nel "numero uno". In questa puntata sarò però molto meno vario in ciò che presenterò, visto che saranno quasi tutte segnalazioni di cose succose in arrivo. Non ci resta che procedere.

martedì 4 luglio 2017

L'eredità di Lin Carter (Pt.4)

Andiamo oggi a concludere questo lungo percorso tra le pagine di quel singolare racconto di Lin Carter intitolato "The Winfield Heritage", un racconto che a quanto pare è talmente ricco di citazioni da rendere quasi impossibile, seppur prestando la massima attenzione a ogni singola parola, non lasciarsene sfuggire qualcuna. È invece possibile, al contrario, lasciarsi prendere la mano dall'euforia, e trovare citazioni anche laddove non ce ne sono, o dove sono solo involontarie. Lo stesso titolo del racconto potrebbe infatti richiamare il nome di battesimo del padre di HPL, che, come sappiamo, era proprio Winfield (Scott Lovecraft), scomparso prematuramente quando il nostro aveva solo otto anni. Ci sono però ancora delle importanti citazioni pseudobibliche che vale la pena menzionare; e queste non sono certamente da attribuire al caso. 
Eravamo alle prese, come ricorderete se avete letto le parti precedenti (qui, qui e qui), con la perlustrazione della biblioteca appena ereditata dal nonno da parte del protagonista Winfield Phillips (abbiamo già detto che "Phillips" era il cognome della madre di HPL?).
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