sabato 26 marzo 2016

Un mondo di Yūrei

Come ho già scritto la volta scorsa, scrivere cento post su un unico argomento non è affatto facile. Occorre organizzare tutto con coerenza, evitando di cadere nella trappola dell’entusiasmo che, per quanto sia un ottimo lubrificante per questo mio motore, potrebbe essere alla lunga la causa di un fallimento (termine, quest’ultimo, che è presente nel mio vocabolario). Mentre scrivo mi rendo conto che servirebbero non uno, ma dieci o venti post di introduzione per poter gettare delle fondamenta stabili. Mettersi a raccontare storie di fantasmi, così come preannunciato all’inizio di questo speciale, è rischioso, e questo “edificio” avrebbe bisogno di basi solide su cui essere costruito e, sul versante tempo, di poter (r)esistere alla sua inevitabilmente mostruosa durata. Il calendario editoriale di questo blog (*), nonché la sua tradizione, prevede però che il mese di aprile sia interamente dedicato a uno speciale cinematografico e ciò complica un pelino le cose. Non resta quindi che approfittare delle circostanze e volgerle a nostro vantaggio, per cui quest’anno il tanto atteso evento primaverile si trasformerà in un acrobatico “speciale nello speciale”. Di cosa si tratta? Non posso ancora rivelarlo ma, sebbene vagamente, ne accennerò in fondo a questo post. Ricominciamo oggi il discorso dal punto in cui lo avevamo interrotto qualche settimana fa, vale a dire da un punto ancora molto lontano dalla nostra destinazione finale.

lunedì 21 marzo 2016

Orizzonti del reale (Pt.6)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Il primo impatto di Timothy Leary con l’LSD, avvenuto all’inizio di dicembre 1961, viene narrato nel capitolo 12 de “Il Gran Sacerdote”. Sembra incredibile, ma fino ad allora Leary aveva assunto solo i funghi e la psilocibina ed era restio a provare una sostanza molto più potente; funghi e peyote venivano utilizzati da milenni ma l’LSD era ancora in gran parte, per così dire, un’incognita. Forse era destino che compisse quel passo prima o poi, ma fu la convivenza con un certo Michael Hollingshead a creare le circostanze adatte perché il suo primo trip di LSD potesse avvenire. 
Alla fine di ottobre Leary era stato contattato da Hollingshead, un inglese, che diceva di aver lavorato con un professore di Oxford, di aver provato l’LSD a New York e di averne ottenuta una certa quantità tramite un amico dottore per degli esperimenti. Un conoscente glielo descrisse come un individuo inaffidabile, sempre impegnato a spillar soldi al prossimo, ma nonostante questo Leary decise di ospitarlo per qualche tempo nella sua casa di Boston mentre cercava lavoro, o almeno così diceva, poiché in quel momento era disoccupato. In seguito, in effetti, Hollingshead ebbe qualche problema con la Fondazione di Parapsicologia con la quale aveva collaborato per qualche tempo, e nel 1967 fu incarcerato in Inghilterra, ma finché si frequentarono Leary ammise di aver provato di fronte a lui una certa soggezione. Dopotutto era stato Hollingshead ad “accenderlo” e, benché le sue motivazioni potessero non essere delle più altruistiche, egli prese segretamente a considerarlo come il messaggero di qualche divinità. 

mercoledì 16 marzo 2016

A proposito di incubi...

Sergio L. Duma, autore de "I libri degli incubi"
Poteva forse la mia curiosità esaurirsi con la lettura de “I libri degli incubi” di Sergio Duma? In buona parte essa è stata accontentata, come già scrivevo nel mio post precedente, ma resta sempre un retrogusto di insoddisfazione, qualcosa di indefinito che l’ultima pagina ha lasciato in sospeso. Quegli incubi così bizzarri, descritti nelle pagine di un e-book finito quasi per caso nel mio lettore, hanno aperto delle porte che nemmeno sospettavo si potessero aprire, quelle mostruosità così remote ma allo stesso tempo così prossime alla nostra quotidiana esistenza hanno smosso la terra sotto i miei piedi e mi è difficile, in questo preciso istante, interrompere lo scorrere dei miei pensieri. Il sonno della ragione genera mostri, ci aveva fatto sapere Francisco Goya, cercando di rappresentare nelle sue opere quelli che sono i punti deboli dell’essere umano. Tale affermazione, oltre un secolo più tardi, è ancora di un’attualità sconcertante. Il sonno della ragione non ha mai smesso di generare mostri. Siamo passati attraverso tutti gli orrori immaginabili e inimmaginabili, tanti altri mostri sono stati generati e altrettanti ne vengono generati ogni giorno dal lato più oscuro della cosiddetta società moderna: serial killer, maniaci sessuali, assassini, stupratori, pedofili, politici, amministratori delegati… da qualunque parte ci voltiamo, troviamo una nuova perversione finalizzata al compimento del male nei confronti della società. Ma basta chiudere gli occhi, voltare la pagina, spegnere la tivù, ed ecco che tutte quelle mostruosità si volatilizzano in un attimo, come incubi scacciati dalla luce mattutina che filtra dalle persiane. Ma è davvero così? Davvero basta così poco? Lo chiediamo a chi, su questo argomento, sembra aver riflettuto parecchio.

sabato 12 marzo 2016

I libri degli incubi

Qualcuno in passato disse che “la curiosità è donna”. Mi pare fosse uno di quei poeti della Grecia antica, nello specifico quello che narrò del mito di Pandora. Ebbene, quel tale forse un pochino si sbagliava perché, almeno in questo caso, la curiosità ha fagocitato anche il sottoscritto.
Come qualcuno di voi avrà forse notato, nelle settimane precedenti alle festività natalizie decine di blog hanno segnalato una raccolta di racconti di Sergio L. Duma, autore salentino certamente, da quello che mi è parso, non di primo pelo. Tutte quelle segnalazioni, come accade di norma in questi casi, si limitavano a riportare un estratto del comunicato stampa, evidentemente preparato dalla casa editrice, nel quale venivano riportate le tradizionali informazioni, vale a dire una rapida presentazione, due righe di sinossi e una breve biografia dell’autore. Niente di strano. Fin qui tutto bene. Non sarà certo questa la prima volta che una nuova uscita rimbalza di blog in blog alla ricerca di quella visibilità alla quale, in fondo in fondo, noi tutti aspiriamo. Ma il vostro Obsidian è un tizio curioso e, notando tutto questo proliferare di segnalazioni, non ha resistito alla tentazione di andare a verificare con i propri occhi l’oggetto del contendere di così tanti blogger e, viste le reazioni osservate, l’oggetto del desiderio di così tanti commentatori entusiasti. Mi sono quindi avventurato nella lettura di questo “I libri degli incubi” e… volete il responso? È davvero un libro cazzutissimo!

domenica 6 marzo 2016

Storie di fantasmi

Da qualche parte questa lunga serie di post dovrà pur cominciare, stavo riflettendo qualche giorno fa. Se siete capitati qui, probabilmente avete già letto il mio post precedente, quello in cui annunciavo la partenza di quella che, a tutti gli effetti, si può definire un'impresa impossibile.
Scrivere cento post su un unico tema non sarà affatto facile. Il problema, al di là delle apparenze, non è solo quello di trovare abbastanza cose da raccontare (da quel punto di vista, materiale e fantasia non mi mancano), quanto riuscire a mettere tutto in fila con coerenza, in modo tale che il risultato complessivo non si riduca a un’accozzaglia di parole prese un po' a caso e buttate lì senza logica.
Problema che, a ben vedere, riguarda un po' tutti i miei progetti a lungo termine. Come è mia abitudine però, e lo avrete ormai capito soppesando i tanti progetti che sono stati iniziati sinora, il sottoscritto naviga più o meno a vista. La priorità pertanto è quella di non perdere la rotta, aiutandomi, come ho fatto altre volte, con una pagina statica dedicata che possa essere di supporto tanto al sottoscritto quanto all’occasionale viandante del web. Non mi è davvero possibile immaginare con così largo anticipo dove mi porteranno le parole una volta che saranno state impresse su questa pagina bianca. Non mi resta quindi che iniziare. Il viaggio che ci aspetta è molto lungo ed è ormai ora di tirare a bordo la cima e salpare le ancore.

giovedì 3 marzo 2016

XXII Trofeo RiLL

Non è strano un post del genere su questo blog? Da quando Obsidian Mirror esiste, credo non vi sia mai apparso qualcosa che possa anche vagamente definirsi una segnalazione. Non ho mai fatto un mistero, mi pare, del fatto che preferisco andare a verificare con i miei occhi ciò per cui mi si chiede di offrire visibilità. È successo anche di recente, per inciso.
Una scelta, questa, che non ha mai voluto rappresentare una barriera, una sorta di muro che divide questo blogger da tutto il resto del mondo. Tutt'altro. Apprezzo molto chi si impegna e cerca in tutti i modi, compreso rivolgersi a decine di blogger, di emergere in un settore come può essere quello narrativo. Non ci vedo nulla di male. Al sottoscritto, che scrive pochissimo ma legge (o vorrebbe leggere, se ne avesse il tempo) molto di più, non può che far piacere quando una nuova voce si aggiunge alle altre. 
Spesso però nicchiare su certe cose è per me semplicemente un modo per differenziarmi, evitare cioè di ritrovarmi a offrire contenuti che si possono trovare, identici sino all'ultima virgola, su decine di altri blog, spesso e volentieri anche molto vicini. E quindi? Cosa c'è di diverso questa volta? Il ragionamento che ho fatto è molto semplice: qui non si tratta di offrire un contenuto a scatola chiusa. Il XXII Trofeo RiLL al momento non è nulla più che una possibilità: per tanti potenziali autori di rendere pubblici i propri lavori e per me e voi di poterli leggere. E allora ben venga riportare un comunicato stampa che aiuti la diffusione del bando di un concorso. Chissà che da tutto questo non venga fuori un altro Luigi Musolino, un altro Ivo Torello, un altro Andrea Viscusi...
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