domenica 28 giugno 2015

Epitaph

Mamma, papà, quanto mi mancate. Da quassù vi vedo sapete? Vi vedo piangere tutto il giorno e anch’io piango per voi. Qui attorno è tutto un mondo nuovo e io non ci sono abituata. Mamma, papà… è successo qualcosa che non ho ben capito, non so cosa sia stato ma dentro di me era già un po’ di tempo che sentivo che qualcosa mi avrebbe trascinata via dai miei piccoli riti quotidiani.
Sarebbe stato troppo bello se la nostra esistenza in comune fosse durata in eterno. Vorrei tornare da te, mamma. Vorrei tornare a giocare con te, papà. Ma non ci riesco.

mercoledì 24 giugno 2015

Ciao 'tata

Tata. Abbreviazione di patata. Tanto era patato il tuo fratellone Elvis, tanto eri riuscita a farti patata anche tu, amore mio. Non posso credere che non ci sei più. Il mio cuore sanguina incessantemente. Una fitta insopportabile, come se una mano invisibile mi pugnalasse ripetutamente il petto con tutte le sue forze. Mi manca il respiro. Mi manca la terra sotto i piedi. Mi manca un senso da dare a queste giornate, un senso da dare a questa vita che dovrò trascorrere senza di te, tesorino mio.
Non pensavo di dover dedicare anche a te parole come quelle che scrissi per Elvis tre anni fa. Non lo avrei mai pensato. Non avrei pensato che accadesse così presto. Eri così giovane, così piena di vita. Non è giusto. Non è giusto.
Eppure all’improvviso il tuo piccolo cuoricino si è fermato, senza una ragione. Come è potuto succedere? Forse è stato perché eri troppo buona. Si dice che gli angeli chiamino presto a sé le anime troppo buone, perché il mondo terreno non le merita. Tu, che non avevi nemmeno sei anni, eri così traboccante d’amore… forse gli angeli ti hanno chiamata. Forse.

domenica 21 giugno 2015

Do I love Beijing?

Si parla raramente della Repubblica Popolare Cinese su questo blog, lo avevate notato? Spesso ci siamo avventurati ad esplorare culture asiatiche di tutti i tipi, in primo luogo Giappone e Corea, ma in quattro anni non ci siamo mai fermati nel paese che forse più di ogni altro rappresenta il continente a cui appartiene. Lo facciamo oggi sull'onda di un'idea della collega blogger Alessandra di Director's Cult, la quale mi ha fatto notare che il mese scorso al Metropolitan di New York è stata presentata l'anteprima di una mostra dal titolo Cina: Through the Looking Glass curata dal regista Wong Kar-Wai. Nella presentazione dell'evento si è voluta sottolineare l'importanza dell'estetica cinese nelle creazioni di moda occidentali. Grazie alla sua arte, dai dipinti alle porcellane sino ai costumi tradizionali, la Cina avrebbe alimentato, secondo il curatore della mostra, la fantasia dei nostri stilisti, da Paul Poiret a Yves Saint Laurent. Aperta fino alla metà del mese di agosto, la mostra presenta oltre 140 esempi di Haute-Couture e di Prêt-à-porter accanto a fulgidi esempi di arte cinese. In questo stesso contesto sono stati inoltre inseriti alcuni spezzoni di vecchi film cinesi che rivelerebbero, sottolineando nuovamente il medesimo concetto, l'enorme importanza che il mezzo cinematografico avrebbe avuto in questo ruolo. Possiamo essere d'accordo o meno con questo assunto, ma l'occasione è ghiotta, per questo blog, per fare una piccola digressione sulla Cina e sulle sue evidenti contraddizioni.

lunedì 15 giugno 2015

Misterico? Esoterico? MozAward!

Ecco qualcosa che proprio non mi aspettavo. The Obsidian Mirror oggi è stato insignito del Moz Award 2015 nella categoria "miglior blog misterico-esoterico", dedicato a "quei blog che propongono analisi su argomenti esoterici, misteriosi o anche bizzarri". Di cosa si tratta è presto detto. Lo spiegherò in poche righe a beneficio dei pochi che non conoscono il Moz o'clock. Dovete sapere che a pochi click da qui esiste un Moz o'clock, uno spazio web di "cultura pop a 360°“, gestito da un certo MikiMoz, che un paio di settimane fa ha lanciato in rete l'edizione 2015 dei Moz Awards, invitando tutti i suoi lettori ad esprimere una preferenza. Esattamente come nei nei più celebri (ma meno interessanti) awards libreschi o cinematografici, ciascun lettore è stato invitato a votare il (per lui) miglior blog di categoria, vale a dire il migliore che tratti di cucina, piuttosto che di cinema, di moda, di letteratura, di poesia, eccetera eccetera.

giovedì 11 giugno 2015

Quando il Conte muore...

3 maggio, Bistrita. Lasciata Monaco alle 20,35 del 1° maggio, giunto a Vienna il mattino dopo presto: saremmo dovuti arrivare alle 6,46, ma il treno aveva un'ora di ritardo. Stando al poco che ho potuto vederne dal treno e percorrendone brevemente le strade di Budapest mi sembra una bellissima città. Non ho osato allontanarmi troppo dalla stazione, poiché, giunti in ritardo, saremmo però ripartiti quanto più possibile in orario. Ne ho ricavato l'impressione che, abbandonato l'Occidente, stessimo entrando nell'Oriente, e infatti anche il più occidentale degli splendidi porti sul Danubio, che qui è maestosamente ampio e profondo, ci richiamava alle tradizioni della dominazione turca.
Scusate. Non ho saputo resistere alla tentazione di iniziare questo post inserendo uno degli incipit più famosi della letteratura gotica. 
Oggi è un giorno di lutto. Lo avrete già saputo. Muore a Londra, alla veneranda età di 93 anni, Christopher Lee, l'uomo che più di ogni altro ha saputo rendere sullo schermo la figura del celebre vampiro di Stoker. Qualcuno potrebbe obiettare che il "vero" Dracula fu quello caratterizzato da Bela Lugosi (Dracula, 1931), qualcun altro invece potrebbe preferire il volto di Klaus Kinski (Nosferatu, 1979) o quello di Max Schreck (Nosferatu, 1922), ma resta fuori questione che, con ben dodici "Dracula" nella sua filmografia, Christopher Lee è stato (e sarà per sempre) l'uomo il cui volto più facilmente si confonde con quello, immaginario, del principe dei non-morti.

martedì 9 giugno 2015

La canzone di Cassilda (Pt.3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
ATTO I - SCENA III: CASSANDRA

Alessia H.V., 'La Perduta Carcosa', digital, 2015
 http://alessiahv.deviantart.com/
“Io stesso sono la maschera, la maschera pallida. Io sono il fantasma della verità. Provengo da Alar. La mia stella è Aldebaran. Le verità è una nostra invenzione, la nostra arma in battaglia. E il segno giallo…” (1)
Non credeva ai suoi occhi. Da quando il suo ragazzo, sette mesi prima, se n’era andato di casa senza una parola, Cassandra aveva cercato in tutti i modi di comprendere il significato di quell'ultimo post che egli aveva pubblicato sul proprio blog. Era un post strano, diverso dai suoi soliti, un post a cui nessuno aveva mai, prima di quella notte, lasciato un commento. Parlava di cose che lei non comprendeva, parlava di persone che lei non conosceva. Yog-Sothoth, R'lyeh, Nyarlathotep, dove le aveva già sentite? Camilla, Cassilda, chi erano costoro? Era evidente che c’era qualcosa (qualcuno?) nella sua vita che, chissà da quanto tempo, egli le aveva tenuto nascosto.
Quella notte invece qualcuno, su quel post, aveva infine lasciato un commento anonimo, un commento tutt’altro che banale. Sembrava proprio il commento di qualcuno che conoscesse esattamente la materia di cui parlava.
Cassandra aveva speso giorni e notti davanti al computer, cercando in rete qualsiasi collegamento a quei nomi e alle misteriose parole di quel post, parole che dovevano in qualche modo contenere le risposte alle sue domande, se solo le avesse comprese, ma non aveva mai trovato nulla di veramente utile, se non vaghi rimandi a una certa letteratura horror risalente ad oltre un secolo prima, un tipo di letteratura che aveva sempre considerato superflua ma che forse in futuro avrebbe fatto meglio a conoscere.

giovedì 4 giugno 2015

The Adventure of the Yellow Sign

Cercami là dove la morte spesso risiede, nelle tenebre mai toccate dal sorgere dei soli, là dove dimorano le ombre nella cupa Carcosa. La corona d’oro e le vesti gialle del re brillano ancora più dell’astro calante, che affonda e muore nell’oscura Carcosa. E qui, se vi sarete uniti a me, dove il lago di Hali incontra il mare, faremo luce sul mistero della perduta Carcosa. Il Re in Giallo è risorto, il mondo è iniziato così che possa finire, nei sospiri e nei pianti, là nella temuta Carcosa 
Uno strano glifo è entrato in scena per la prima volta qualche mese fa, un glifo la cui importanza, ai fini della comprensione dei vasti scenari che lentamente si stanno svelando, è a dir poco fondamentale. Nel racconto “The Yellow Sign” esso veniva descritto come “Un fermaglio di onice nera, su cui era intarsiato un curioso simbolo, forse una lettera, in oro. Non era né arabo né cinese, né, come avrei scoperto in seguito, apparteneva a qualsivoglia lingua umana.” Avevamo distinto due facce dell’elemento che oggi conosciamo come “segno giallo”: da una parte esso si direbbe essere il simbolo che identifica la dinastia reale a cui la nostra mitologia fa riferimento, dall’altra parte sembra essere l’ennesima porta che mette in comunicazione questo mondo con un mondo alternativo di terrore e di follia. Si direbbe che chiunque venga in contatto, anche per caso, con il segno giallo sia suscettibile di una qualche forma di controllo mentale, probabilmente da parte di un’entità che, semplificando, potremmo identificare come il Re in Giallo. Non è forse un caso se, nel racconto di cui parleremo oggi, si farà più volte riferimento all'homunculus, la leggendaria figura alchemica citata da Paracelso, che richiama alla mente numerosi personaggi del fantastico e dell'immaginario, dall'antropomorfo Golem della tradizione ebraica, al mito greco di Galatea e Pigmalione, sino al mostro di Frankenstein di Mary Shelley.
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