giovedì 31 ottobre 2013

On Halloween look in the glass...

On Halloween look in the glass, your future husband’s face will pass. Olivia si era ritirata in camera sua eccitatissima quella sera. Ancora poche ore e sarebbe giunto il giorno del suo quindicesimo compleanno, il che significava davvero molto per lei. Aveva trascorso l’intera giornata ad aiutare sua madre ad intagliare zucche per la ricorrenza che cadeva, guarda caso, quella notte stessa. Eh sì, era davvero singolare che il caso avesse fatto coincidere la vigilia del suo compleanno con la notte di Halloween, una delle feste più amate dai bambini. Olivia però quell’anno non si sentiva più una bambina. Si era lasciata alle spalle tutte quelle sciocchezze, le streghe e i fantasmi, e non aveva ceduto alle insistenze delle sue amiche che, anche quell’anno, avrebbero trascorso il loro tempo bussando di porta in porta e ripetendo la solita filastrocca del “dolcetto o scherzetto”.
Ormai era grande. Una vera signorina. Quindici anni erano un traguardo che aspettava da tempo, dal giorno in cui sua madre, tanti anni prima, le aveva detto che l’età che rimpiangeva di più era quella dei suoi quindici anni. Non se lo era mai dimenticato e, anzi, da allora aveva cominciato a tenere il conto, con incredibile assiduità, dei giorni che la dividevano da quell’evento. Il conto alla rovescia era ormai quasi terminato. Da domani si sarebbe aperto un mondo nuovo per Olivia, almeno questo era quello che si augurava e su cui aveva fantasticato tanto. Sua madre aveva conosciuto l’uomo che sarebbe diventato suo padre a quindici anni e forse, chissà, anche Olivia avrebbe incontrato il suo futuro marito. Magari non lo avrebbe sposato subito, quello no, non era ancora pronta per sposarsi né tantomeno per avere dei bambini veri, però magari lo avrebbe incontrato, così per caso, magari davanti alla gelateria, o passeggiando per il parco o magari sulla strada della scuola. Lo avrebbe incontrato e lo avrebbe (su questo non aveva alcun dubbio) riconosciuto al primo sguardo.

martedì 29 ottobre 2013

Terre di Confine Magazine #1

Cari Followers e cari viandanti casuali, se siete finiti su questa pagina distrattamente, provenienti da uno sperduto link posizionato chissà dove, e con il maligno proposito di sparire verso altri lidi dopo pochi istanti, spero di riuscire a farvi cambiare idea, con la promessa che quello che segue vale la pena di essere letto.
Di cosa si tratta è presto detto. Il titolo del post l’avete probabilmente letto prima ancora di atterrare qui. Ora non vi resta che gettare una rapida occhiata all’immagine qui a lato, un’altra rapida occhiata alle etichette posizionate qui sopra sotto il titolo, e avrete già fatto quadrare il cerchio.
Cos’è TERRE DI CONFINE? In primo luogo è un’associazione culturale no-profit che, citando direttamente lo Statuto, “ha come finalità lo studio, la promozione e la diffusione della cultura, delle scienze e dell’arte – quest’ultima con particolare riferimento ai generi letterari Fantascienza e Fantastico e all’Animazione Giapponese – intese sotto ogni loro forma espressiva”. Sempre citando lo statuto aggiungo che “oggetto d’interesse sono Letteratura, Cinematografia e Televisione, Animazione e Fumetti, Storia e Arte, Costume e Società, Mistero e Paranormale, Scienza e Tecnologia, e, più in generale, tutto ciò che attiene agli obiettivi summenzionati.
La principale emanazione dell’Associazione Terre di Confine, che potrete conoscere meglio visitandone il sito internet e/o la pagina Facebook, è l’omonima rivista di cui state ammirando la stupenda copertina del numero di Novembre. Si tratta del numero d’esordio di una nuova testata che vede il vostro Obsidian Mirror figurare tra i redattori. Non è una figata? Credo sia superfluo sottolineare quanto ciò mi renda orgoglioso e, se avrete la bontà di andare a visionare la pubblicazione con i vostri occhi, ne capirete immediatamente il motivo. 

domenica 27 ottobre 2013

Goodbye Mr. Lou Reed

Satellite's gone up to the skies. Addio vecchio satanasso del rock! Addio poeta maledetto! Addio colonna sonora della mia vita! Il mio cuore oggi sanguina e  non si capacita di come potrà essere il mondo a partire da domani, ora che uno dei suoi maggiori poeti se n'è andato. Lou Reed è morto oggi, all'età di 71 anni. Lo ha annunciato il sito della rivista musicale Rolling Stone che non ha voluto precisare la causa della morte. La notizia, confermata poco dopo dal suo agente, sta rimbalzando ovunque in rete e, nel mio piccolo, anch'io ci tengo a dare il mio omaggio ad un artista che, come pochi altri, ha saputo rubarmi il cuore. Non mi perderò, come succede di solito in questi casi, a riportare cenni biografici. Questo blog non è una testata giornalistica e, come tale, non ha come obiettivo principale quello di fare cronaca. Chi conosceva Lou Reed non certo ha bisogno di questo blog per piangerlo. Chi non lo conosceva troverà sicuramente altrove quello che cerca. Lasciatemi solo spendere poche parole per ricordare colui "che camminava sul lato selvaggio della strada", colui che aveva dipinto la sua città, New York, come nessun altro, né prima né dopo di lui, era riuscito a fare. Conobbi la musica di Lou Reed qualcosa come 25 anni fa, negli stessi anni in cui sul piatto del mio giradischi imperversavano anche David Bowie e Iggy Pop. Ormai è passata davvero un'eternità.

venerdì 25 ottobre 2013

La casa delle belle addormentate

Oltre quarant’anni fa, esattamente il 9 giugno 1972, fu pubblicato sul settimanale “Il mondo” un interessante articolo nel quale veniva riportato un simpatico aneddoto sulla percezione della letteratura giapponese da parte di noi occidentali. Spunto della riflessione fu il clamore che seguì la scomparsa dello scrittore giapponese Yasunari Kawabata, avvenuta solo poche settimane prima.
Il redattore dell’articolo riferiva un fatto al quale era stato testimone quattro anni prima a Dorchester, nel corso di un festival dedicato al poeta e scrittore britannico Thomas Hardy.
Nel corso delle celebrazioni, alle quali erano presenti quasi esclusivamente scrittori inglesi, qualcuno, sorpreso della presenza di una delegazione giapponese, disse: “Hardy è uno scrittore troppo legato al proprio angolo di mondo per poter essere capito da stranieri così “stranieri” come sono i giapponesi”. Uno di loro reagì con molta finezza a quella stupida villania. “Certo la regione in cui Hardy ha ambientato le sue storie è completamente estranea ad un giapponese, ma non gli sono estranei i sentimenti che il grande scrittore inglese ha fatto vivere attraverso le sue storie.”
Il lungo articolo, del quale vi risparmio i dettagli, si chiuse con un‘interessante riflessione: “Non badate alle forme artificiali del vivere, ma addentratevi nel cuore delle cose, nella sostanza della vita". Il redattore a cui dobbiamo queste semplici, ma al tempo stesso illuminanti parole, si chiamava Carlo Cassola.

lunedì 21 ottobre 2013

La canzone di Cassilda (Pt.1)

DI TUTTO QUESTO E' SOLO L'INIZIO
ATTO I - SCENA I: TOMMASO

Alessia H.V., 'La Perduta Carcosa', digital, 2015
http://alessiahv.deviantart.com/
Era già da diverse notti che Tommaso non riusciva a chiudere occhio. Si girava e si rigirava nel letto. Ogni tanto lanciava uno sguardo al proprio cellulare appoggiato sul comodino, più per abitudine che per altro. Leggeva l’ora, mugolava qualcosa di incomprensibile e ancora si girava e rigirava. La ragazza sdraiata accanto a lui ormai non faceva più caso alle sue stranezze. Si era oramai quasi abituata alla cosa e, solo di tanto in tanto, si destava per recuperare le lenzuola che lui aveva trascinato con sé dal suo lato del letto.
Da quando gli era capitato tra le mani quel libro, tutto per lui era cambiato. Le notti insonni erano solo una parte del problema. Anche i giorni ormai li trascorreva immerso nei suoi pensieri, in uno stato quasi catatonico. Aveva acquistato quel libro qualche settimana prima in una bancarella di roba usata, per un motivo che esattamente non ricordava. Forse fu per via di quella copertina, di un giallo abbacinante, che sembrava fatta apposta per attirare attenzione, per distinguersi in mezzo a quel mucchio di cianfrusaglie. Gli sembrava un volume molto antico, almeno a giudicare dalle apparenze, e si chiedeva come mai fosse in vendita per così pochi spiccioli.

giovedì 17 ottobre 2013

Il mondo secondo Go Nagai (Pt.3)

Voi che per la vostra natura miserabile... per il vostro aspetto... voi che per vostro cuore malvagio siete disprezzati dagli dei! Voi che scacciati dagli umani siete stati relegati alle loro leggende! (Shutendoji, vol. 2).
Quanto a Shutendoji, c'è più di un dubbio che si trattasse effettivamente di un oni. La leggenda, nata attorno al XIII secolo, narra che egli nacque presso una famiglia di contadini nell'Echigo. Quando nacque già camminava e dimostrava diversi anni di età. I suoi genitori, spaventati dal suo aspetto, lo affidarono ad un monastero, ma uno dei monaci, che era malvagio, gli insegnò la magia nera e lo iniziò alla vita criminale. In effetti le cronache riportano che nella zona di Kyoto sia vissuto un giovane monaco di circa 12-13 anni di età che avrebbe lasciato la vita monacale per darsi alla dissolutezza dopo aver sterminato tutti i suoi compagni. Che in realtà fosse lui il famoso Shutendoji? Questo spiegherebbe anche il mistero del nome Shutendoji, che si può tradurre come “l'oni bevitore di vino”.
Quando attorno al 988 una tromba d'aria colpì Kyoto, un indovino che disse la causa era una presenza malvagia nelle vicinanze della città. Fu così che un giorno l'imperatore inviò in città una spedizione guidata da Yorimitsu, un famoso militare del clan Minamoto, per uccidere Shutendoji. Yorimitsu decise di usare l'astuzia e, anziché cercare di piegare il suo nemico con la forza, travestito da montanaro riuscì a penetrare nel suo covo e a servirgli un vino particolare in grado di far ubriacare gli oni; non appena Shutendoji si addormentò, Yorimitsu gli tagliò la testa. E tutti vissero felici e contenti.

domenica 13 ottobre 2013

Il mondo secondo Go Nagai (Pt.2)

In “Devilman”, il manga, si racconta che Satana e i suoi demoni siano stati i primi abitatori della Terra. Fin dai tempi del Mesozoico, in una realtà dove solo i più forti riuscivano a sopravvivere, questi esseri proteiformi acquisirono la capacità di fondersi con altri corpi, sia esseri viventi che oggetti inanimati, al fine di divenire più forti... e più si fondevano, più il loro aspetto e i loro poteri diventavano spaventosi. Con l'arrivo dell'era delle glaciazioni i demoni, come i dinosauri, scomparvero, senza però estinguersi. 
La vera storia dei demoni sarebbe stata tramandata da Dante Alighieri nella Divina Commedia: nel fondo dell'inferno Dante vede il Diavolo intrappolato tra i ghiacci… Dopo una lunghissima ibernazione, i demoni intrappolati dove il ghiaccio s'è disciolto tornarono in vita, generando le leggende sul diavolo... attendendo nell'ombra che quelli tra loro (la maggior parte) ancora intrappolati nel ghiaccio, ai Poli, tornino anch'essi alla vita, in modo da rimettere insieme le schiere demoniache e impadronirsi del mondo, sterminando l'intera razza umana. 
Per sopravvivere nel nuovo mondo, gli uomini saranno costretti a diventare essi stessi dei demoni. Ryo Asuka, il figlio di un archeologo che per primo ha scoperto la verità e ha tentato la fusione con un demone, decide di combattere per difendere il nostro mondo: suo padre, nell'accorgersi che dopo la fusione stava perdendo del tutto la propria umanità, decide di togliersi la vita, e proprio per questo Ryo si convince che l'unica possibilità di contrastare l'avanzata dei demoni è trovare un uomo che possa impossessarsi dei poteri di un demone rimanendo umano, un individuo dall'animo puro e una forza di volontà tale da soverchiare quella del demone. 

martedì 8 ottobre 2013

Il mondo secondo Go Nagai (Pt.1)

C'è qualcosa che mette d'accordo tutti, occidentali e orientali, una sorta di moderno ponte virtuale tra culture lontanissime e per certi versi agli antipodi. Quel qualcosa sono i manga. Non che i manga siano l’unica forma di fumetto esistente, o la più antica, ma il modo in cui, pur mantenendo la propria autonomia rispetto ad altre forme d’arte, ne ricevono e vi apportano influenza in un rimando di reciproche citazioni, è un fenomeno più unico che raro. Se della cultura giapponese sono un elemento essenziale, tanto da rappresentare, come ho letto da qualche parte, circa il 40% del mercato editoriale, anche in quella del resto del mondo hanno assunto man mano sempre maggiore importanza. Non dimentichiamo che generalmente è dai fumetti che nascono i cartoni animati: spesso contestati, sono comunque, nel bene e nel male, il primissimo approccio dei bambini con la televisione.

giovedì 3 ottobre 2013

La damigella d'Ys

Una civetta sul ramo di un albero secco emise il suo lugubre verso, ed un’altra le rispose lontano. Alzando gli occhi vidi, attraverso un improvviso squarcio tra le nuvole, Aldebaran e le Iadi! 
Continua oggi il nostro viaggio negli Yellow Mythos, alla ricerca di risposte alle nostre molteplici domande. La volta scorsa avevamo rivolto la nostra attenzione ad un breve racconto di Ambrose Bierce e ci eravamo lasciati tra le rovine dell’antica città di Carcosa, riflettendo sulla sorte del protagonista e su quella della città stessa. Ricordate l’enigmatica descrizione di Carcosa con cui ci lasciammo? Soli gemelli, stelle nere e strane lune ci fecero supporre che fosse la descrizione di un paesaggio extraterrestre e che, di conseguenza, Carcosa fosse da ricercarsi ben più lontano di quanto immaginato.
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