mercoledì 25 maggio 2011

Papa Formoso

Tutto è pronto per l’inizio del processo. Se, come trama di un racconto, si fosse immaginato di celebrare un processo ad un cadavere forse l’idea sarebbe apparsa stravagante ed eccessiva persino per un romanzo gotico. Invece qui il fatto è vero; ed è storia; il cadavere è quello di una papa; il processo avviene nella basilica lateranense nel gennaio 897. Si processa il cadavere di papa Formoso.

Per l’occasione era stato allestito un apposito trono. Una sorta di tribunale d’inquisizione “ante litteram” di fronte all’altare e dietro ai lunghi banchi coperti da un tessuto rosso che suonava sinistro. La curia giudiziaria si era sistemata ai lati del papa, dall’una e dall’altra parte; conosceva ormai dettagliatamente quali erano le imputazioni a carico dell’accusato. Tutti ne parlavano da tempo. L’alto clero fatto di teologi, cardinali, vescovi, i prelati più importanti della curia e i vescovi venuti da quasi tutta l’Italia erano seduti in appositi stalli, ai lati, lungo la navata. Il banco dei giudici e quello dei prelati riquadravano tre lati dello spazio. Al quarto lato c’era il popolo in piedi e ammassato di fronte al banco dei giudici. Nelle chiese medievali le sedie e gli scanni non erano ancora entrati nelle comuni usanze; nella fila davanti, pigiati come il loglio, c’erano naturalmente i più solleciti e i più curiosi che si erano presi il posto buono.

martedì 24 maggio 2011

Colic

La colica infantile è una sindrome che si verifica durante i primi quattro mesi di vita, caratterizzata da parossismo, pianti eccessivi ed inconsolabili senza una causa identificabile in un bambino in buona salute. Queste crisi di pianto possono essere molto allarmanti e fonte di grande stress per i genitori. Secondo alcuni studi la prevalenza delle coliche nei lattanti varia dal 3% al 40%. Studi precedenti hanno riscontrato che tra il 12-20% delle madri sono sconvolte da questo tipo di pianto e si rivolgono ai clinici per far visitare il bambino.

Le cause delle coliche infantili sono ancora sconosciute e non è stato ancora studiato un efficace protocollo per il loro trattamento. Sono state avanzate molte ipotesi sulle cause, che possono essere riassunte in cause organiche e cause comportamentali. Le cause comportamentali sarebbero ascrivibili a criticità nel rapporto madre-figlio, dovute all'ansia della madre. Le cause organiche sarebbero riconducibili ad una anormalità nella funzionalità gastrointestinale o a disordini di tipo allergico.
Non è nemmeno stato chiarito per quale motivo alcuni bambini ne siano colpiti e altri no.

martedì 17 maggio 2011

A Devilish Murder

Un uomo di nome Shi-mak visita una galleria d’arte per vedere una mostra, ma quando arriva trova i muri vuoti e gli spazi deserti. Un custode di passaggio lo informa che la mostra è finita, ma in quel momento scorge un singolo dipinto a olio, appeso a un muro d’angolo. Si ferma di colpo: è il ritratto della moglie morta.

Con questo agghiacciante incipit veniamo introdotti da Yongmin Lee, considerato giustamente il più importante regista horror del cinema coreano degli anni Sessanta, nel film capolavoro “A Devilish Murder”, anche conosciuto con il titolo di “A Bloodthirsty Killer”, il cui titolo originale è “Salinma” (살인마)

Il modello è quello classico del cinema horror coreano (ma anche del cinema asiatico in generale): la storia di una donna ingannata, tradita e uccisa che torna come fantasma a esigere la propria vendetta.

lunedì 16 maggio 2011

La frusta e il corpo

Quando penso a questo film la prima cosa che mi viene in mente è il senso di “oppressione uditiva” che ho provato quando l’ho visto per la prima volta. Eh già, perché il suono ammantava tutto il resto, soprattutto l’onnipresente rumore del vento che come un lupo ululante si udiva ovunque, anche all’interno di stanze chiuse. Magari i dettagli li ho scordati, ma questo è impossibile dimenticarlo, così come i colori accesi e i meravigliosi paesaggi in contrasto con la severità e la cupezza del castello.
La storia è molto semplice, ma efficace: il conte Kurt Menliff fa ritorno al castello di famiglia, da dove era stato cacciato per il coinvolgimento nel suicidio della figlia della governante, per accampare diritti sull’eredità. Infatti, suo padre è malato e ha intenzione di nominare suo unico erede il secondogenito Christian, che tra l’altro ha sposato Nevenka, la donna con la quale Kurt in precedenza aveva avuto una relazione. Il ritorno di Kurt è accolto male da tutti, inclusa Nevenka: ma nonostante la donna professi di odiarlo, in realtà è legata a lui da un torbido rapporto di amore-odio e la loro relazione (esplicitamente sadomasochistica) ben presto riprende.

mercoledì 11 maggio 2011

La vampira veneziana

Anno 1725. Nel villaggio ungherese di Kisolova muore il contadino Peter Plogojovitz. Il fatto sarebbe normale se questa morte non fosse seguita da avvenimenti strani e inquietanti, legati a ciò che il pregiudizio e la superstizione popolare chiamano fenomeno dei “morti masticatori”. L’atmosfera si surriscalda al punto da richiedere l’intervento dell’Ufficiale Imperiale. La situazione sembra però sfuggire di mano: gli abitanti, terrorizzati e inferociti, riesumano e straziano il cadavere, considerato appunto un “morto masticatore” e un vampiro.

Autore del presente scritto è il filosofo Michael Ranft, che riporta questa descrizione nel suo il “De Masticatione Mortuorum in Tumulis”, riguardante l'attività manducatoria nei sepolcri. L’argomento del libro è la leggenda degli “Schmätzende Tode”, i “morti che masticano”, segnalati con una certa frequenza nel XVI  secolo soprattutto nella Germania Orientale, ma anche in Polonia e Boemia.

lunedì 9 maggio 2011

La maschera del demonio

Di questo film, famosissimo, mi riesce difficile scrivere. Non c’è nulla che non sia già stato detto in proposito, ma d’altra parte bisogna pur parlarne se si parla di gotico, dato che in Italia è stato in pratica il capostipite del genere. Per questo film il regista e gli sceneggiatori presero spunto dal racconto “Il Vij” di Gogol', che tratteggiava la figura del vampiro in maniera inconsueta e differente rispetto alla classica figura del Dracula cinematografico.
Si tratta del film d'esordio di Mario Bava, vero padre putativo del cinema horror italiano, colui che ha anticipato i tempi e che ha indicato la strada ai suoi successori, colui che ha valorizzato per primo la bellezza perversa di Barbara Steele che, proprio da questo film, avrebbe iniziato la sua emblematica carriera di eroina nera. Non serve spendere molte parole su Bava in questa sede, talmente è universale il personaggio. Per chi volesse approfondire, rimando all’ottima scheda su Mario Bava in Splatter Container.
Parlerò più che altro del film e di come io l’ho vissuto.

giovedì 5 maggio 2011

Mujina

Nella via Akasaka a Tokyo c’è un pendio chiamato Kii-no-kuni-zaka, che significa il Pendio della Provincia di Kii.
Su un lato di questo pendio si può vedere un antico fossato, profondo e molto largo, con rive verdi che si alzano verso un luogo coperto da giardini, e sull’altro lato della strada si estendono le mura lunghe e alte di un palazzo imperiale. Prima dell’epoca dei lampioni e degli jinrikisha, questa zona era assolutamente deserta dopo il tramonto, e i passanti ritardatari erano disposti a percorrere chilometri fuori della loro strada pur di non salire sul Kii-no-kuni-zaka da soli dopo il tramonto.
Tutto per colpa di un Mujina (1) che aveva l’abitudine di aggirarsi da quelle parti. L’ultimo uomo che aveva visto il Mujina era un vecchio mercante del quartiere Kyobashi, morto circa trent’anni fa. Questa è la storia così come l’ha raccontata.
Una sera, a tarda ora, si stava affrettando su per il Kii-no-kuni-zaka, quando scorse una donna accovacciata presso il fossato, tutta sola, che piangeva amaramente. Temendo che avesse intenzione di affogarsi, si fermò per offrirle aiuto o consolazione per quanto era in suo potere. Sembrava essere una persona esile e graziosa e vestita con gusto, e i capelli erano acconciati come quelli di una ragazza di buona famiglia. «O-jochu!» (2) esclamò avvicinandosi a lei. «O-jochu, non piangere così! Dimmi cosa ti preoccupa, e se c’è un modo per aiutarti, sarò felice di farlo». Dicendo questo era sincero, perché era un uomo molto gentile e disponibile.

mercoledì 4 maggio 2011

La morte in diretta

“La morte in diretta” (La Mort en direct) di Bertrand Tavernier è un film del 1980 tratto dal romanzo di David G. Compton "The continuous Katherine Mortenhoe" (conosciuto anche come "The unsleeping eye" o "Death watch") scritto pochi anni prima, nel 1974, dallo scrittore David G. Compton.

Katherine Mortenhoe (Romy Schneider), una celebre scrittrice, viene informata dal suo medico che le è stata diagnosticata una grave malattia e che le restano circa due mesi di vita. Con la complicità del medico l’incontro viene ripreso da un operatore dell'emittente CNA, e in seguito il produttore televisivo Vincent Ferriman (Harry Dean Stanton) le offre un contratto per avere l'esclusiva della sua malattia e della sua morte e mostrarli durante un programma televisivo chiamato "La morte in diretta". Questo proto reality show è stato programmato con largo anticipo, difatti Vincent in precedenza ha fatto impiantare una micro telecamera negli occhi dell’operatore Roddy (Harvey Keitel) proprio per riprendere la fine di Katherine, e per alimentare l’attesa nel pubblico ha tappezzato la città di manifesti pubblicitari che includono oltre al logo del programma anche una foto di Katherine: inizialmente il volto è irriconoscibile perché sono scoperti soltanto gli occhi, ma in seguito la foto viene mostrata nella sua interezza scatenando l’interesse morboso del pubblico e della stampa.

lunedì 2 maggio 2011

Hanno cambiato faccia

Ecco un film piuttosto singolare che ho visto di recente. È un film del ’71 di Corrado Farina che riprende in maniera originale la figura di Dracula e la traspone ai giorni nostri (beh, negli anni ’70, in realtà). Quello che fa, malinconicamente, sorridere è che quelli che negli anni ‘70 potevano sembrare situazioni al limite del paradossale, oggi più che mai sono divenuti realtà.

Hanno cambiato faccia è una storia di vampiri, tutto sommato, dove la progenie dei Dracula ha imparato a indossare il doppio petto del potere economico e politico e ha saputo ricavarsi nuovi spazi, consolidando il proprio potere e anzi incrementandone la portata in modo esponenziale.
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